Al giorno d’oggi, per un’artista, è essenziale sapere come pubblicare la propria musica sulle principali piattaforme di streaming.
Negli ultimi anni infatti, servizi quali Spotify, Apple Music, Deezer e molti altri sono diventati sempre più popolari, affermandosi tra i principali mezzi per la fruizione della musica.
Ma come si fa a pubblicare la propria musica su queste piattaforme? E come funziona il pagamento delle royalties? In questo articolo ti darò tutte le informazioni necessarie per capire come funziona la distribuzione digitale online e come pubblicare la tua musica su Spotify, Apple Music, Deezer e molti altri.
Cosa sono le Royalties musicali?
L’autore di un brano musicale detiene il diritto d’autore per quel brano. Quando una terza persona decide di sfruttare per fini commerciali o di lucro, il suo brano o opera musicale, deve versare una quota in denaro al titolare dei diritti.
Questa quota è chiamata Royalty. Le Royalties spettano anche ai titolari di un brevetto o una proprietà intellettuale.
Le Royalties possono essere determinate una tantum oppure il loro valore può variare in base al prezzo di vendita. Anche le vendite dei dischi danno origine alle Royalties.
Nel caso delle piattaforme di streaming musicali come Spotify, Apple Music, Deezer, Youtube, o Amazon Music, le royalties spettanti agli autori, hanno una percentuale fissa che però varia da piattaforma a piattaforma. Approfondirò questo argomento tra poco.
Per approfondire i diritti d’autore leggi anche l’articolo: Che cos’è il diritto d’autore? Come tutelare la tua musica.
Distribuzione Online
Per far si che la nostra musica sia presente sulle piattaforme di streaming, è necessario appoggiarsi ad un servizio di distribuzione digitale di musica online, chiamato Aggregatore.
Gli aggregatori essenzialmente fungono da intermediari tra gli artisti e i vari servizi di streaming presenti oggi sul mercato, permettendoci di pubblicare la nostra musica sulle loro piattaforme. Esistono moltissimi siti online che offrono questo tipo di servizio, alcuni prevedono il pagamento di una tariffa annuale, alcuni mensile, e altri offrono la possibilità di pagare singolarmente per ogni brano o album pubblicato. Altri infine trattengono una percentuale sulle royalties spettanti agli autori.
Quindi per pubblicare la tua musica sui principali servizi di streaming come Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, Google Play Music, ma anche su Beatport e Traxsource, devi appoggiarti a un aggregatore.
Qui di seguito vediamo quali sono i migliori aggregatori per pubblicare la propria musica online.
Distrokid
Probabilmente il più diffuso e apprezzato tra gli aggregatori online. Permette di pubblicare la propria musica su oltre 150 servizi di streaming diversi attraverso il pagamento di un canone annuale, che varia a seconda del servizio offerto.
Esistono tre tariffe diverse: Musician, Musician Plus e Label. Tutte e tre permettono di pubblicare un numero illimitato di brani e di ricevere il 100% delle royalties derivanti dagli stream e dalle vendite. Ad oggi i prezzi per ciascun servizio sono rispettivamente: 19,99$/yr per il Musician, 35,99$/yr per il Musician Plus e 79,99$/yr per il Label.
iMusician
Con sede in Svizzera, iMusician è diventato in poco tempo uno degli aggregatori digitali online più affermati.
Offre quattro tariffe differenti: Starter, Regular, Rockstar e Pro Unlimited. Le prime tre prevedono il pagamento per ogni singola pubblicazione, che sia una traccia, un’album o un EP, e una commissione sulle royalties che varia dal 15% al 30%.
Pro Unlimited invece è un’abbonamento annuale che consente di pubblicare un numero illimitato di brani e garantisce il 100% delle royalties all’artista. Quest’ultimo costa ad oggi 499 Euro l’anno.
CDBaby
CDBaby, oltre alla distribuzione digitale sulle principali piattaforme di streaming, offre molti altri servizi come la stampa e la distribuzione nei negozi fisici di Cd e Vinili, e la promozione online.
Per quanto riguarda la distribuzione digitale puoi scegliere tra due tariffe: CDBaby Standard e CDBaby Pro. Per entrambe non sono previste commissioni sulle royalties.
Tunecore
Tunecore è un aggregatore che si occupa di distribuzione digitale, scelto da moltissimi utenti per la qualità del suo servizio. I costi sono generalmente più alti dei suoi competitors, ma oltre alla pubblicazione sulle piattaforme di streaming, Tunecore si occupa anche della raccolta dei diritti di riproduzione meccanica.
Se desideri un servizio completo, che vada oltre alla sola pubblicazione online, questo probabilmente è la scelta giusta.
LANDR
Diventato celebre per il mastering online, LANDR si occupa anche di distribuzione digitale. Tramite il pagamento di una tariffa mensile puoi pubblicare la tua musica su oltre 200 piattaforme streaming diverse, compresi Beatport e Tidal, mantenendo anche in questo caso il 100% delle royalties.
LANDR offre tre tariffe diverse che variano a seconda del numero di brani che desideri pubblicare, da un minimo di dieci fino a un numero illimitato di tracce.
Gestione delle Royalties
Abbiamo compreso cosa sono le royalties, ma come vengono gestite?
In streaming le royalties vengono calcolate su diversi fattori come il numero di streams, la posizione geografica di chi ha ascoltato il brano, e il tipo di abbonamento.
Spotify, ad esempio, non prevede un pagamento fisso per stream, ma esso varia da circa $0.0035 a $0.006 a stream. Le royalties vengono prima raccolte dall’aggregatore digitale, che si è occupato della pubblicazione dell’opera sulle varie piattaforme, e poi successivamente versate all’artista.
Spesso ciò avviene solo quando si è raggiunta una certa cifra: ad esempio CDBaby effettua il versamento delle royalties solo al raggiungimento di dieci dollari.
Conclusione
Ora che sai come funziona la distribuzione digitale, e hai capito come pubblicare la tua musica su Spotify, Apple Music e altri servizi di streaming, puoi sfruttare queste piattaforme per promuovere e divulgare i tuoi brani in tutto il mondo.
Grazie allo streaming puoi diffondere la tua musica a livello globale e ampliare la tua fan base, senza spendere una fortuna. Spotify ad esempio è disponibile in circa 90 paesi, dagli Stati Uniti al Medio Oriente, immagina quante persone puoi raggiungere!
Un aspetto importante da tenere in considerazione prima di pubblicare la tua musica sulle varie piattaforme digitali è il Loudness. Infatti, non tutte queste piattaforme rispondono nello stesso modo. Per questo motivo, il Mastering ricopre un aspetto fondamentale.
Puoi approfondire come realizzare il Mastering per le piattaforme digitali in questo articolo: Come fare il Mastering per iTunes, Soundcloud, Spotify e Youtube.
Se vuoi sapere come suonerà il tuo brano sulle varie piattaforme di streaming, puoi anche utilizzare il servizio gratuito Loudness Penality.
Fai molta attenzione a come finalizzi i tuoi dischi, perché è importante che il tuo brano suoni in modo omogeneo su tutte le piattaforme, e su tutti gli altoparlanti audio. Inoltre, tutte le piattaforme richiedono degli standard ben precisi.
Se vuoi approfondire questo argomento, puoi farlo con il corso: Mastering con iZotope Ozone.
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E se il mio brano è un remix come funziona? Su Spotify ne vedo tanti, ed anche io per cazzeggio ne faccio molti
Ciao Gianluca, i Remix sono ufficiali e vengono commissionati, quindi sono autorizzati dall’editore (o dall’autore). Perciò è l’editore a pubblicarli su Spotify. Quelli che fai tu si chiamano Bootleg, cioè Remix non autorizzati. Perciò non puoi pubblicarli, né su Spotify né online, senza un autorizzazione da parte di chi detiene i diritti. Puoi solamente usarli per esercitarti a produrre, o suonarli dal vivo.
Mi piace la musica.
Compongo opere la cui lunghezza di tempo alle volte supera la mezz’ora. Che cosa fare per pubblicarla?
Ciao Leo, la lunghezza non dovrebbe essere un problema. Utilizza un aggregatore come spiegato nell’articolo.